mercoledì 14 agosto 2013

gino fa i saldi mortali: parte 2^

Ragazzi ben ritrovati, spero che le vostre vacanze stiano andando benone, quanto alle mie...ehm...meglio sorvolare, cerco di dimenticare abusando di bevande zuccherate e insaccati.
Comunque non pensiamo a queste malinconie, siamo qui perché, a quanto ho capito, molti di voi (e vi giuro che la cosa mi ha sorpreso) desiderano sapere Gino che cazzarola starà combinando in giro per i saldi del Carfù, l'ultima volta ha steso una commessa di R&B, chissà quali altre avventure lo attendono.
Lo saprete molto presto signori e signore, giusto un po' di pazienza, anzi aggiungo anche che, se volete skippare l'introduzione in cui dico un po' di stronzate, il racconto lo trovate in basso, subito dopo questa intro, altrimenti credo proprio che vi dobbiate sciroppare un altro po' di chiacchiere.

Bene, se state leggendo anche questo, allora siete proprio dei pignoli del cazzo, che leggono fino all'ultima parola di un libro o cazzi affini, quelli tutti perfettini gné gné, che quando vanno al bagno si lavano le mani prima e dopo, quelli che se qualcuno sbaglia  a parlare e commette un lapsus lo pariate addosso, quelli che "ma dai non bestemmiare, che non sta bene mannacc a maronn", va bene, ho capito, come volete voi.
La storia di Gino, mi è venuta improvvisando, perché alla fine mi sono detto: se devo raccontare come sono i saldi ai giorni nostri, tanto vale costruirci una storia dietro. 
E così è nato Gino, anche se alcuni di voi hanno mi hanno fatto notare delle analogie tra Gino e me, inutile dirvi che vi state solo suggestionando, Gino lo conosco solo perché siamo amici, scrivo le sue storie (per sua gentile concessione) e poi non me somiglia pe gnente; e a coloro i quali dicono che non ci hanno mai visti insieme contemporaneamente dico: avete mai visto me e Batman insieme? No, ma mica per questo io sono Batman.

Ora veniamo all'unico inconveniente; il problema è che mi sono sparato le pose in giro a dire che ho notevoli e fantasmagoriche idee per concludere la storia di Gino, in realtà l'ho interrotta in primis perché mi ero letteralmente cacato il cazzo di scrivere, in secundis perché ero a corto di idee, anzi, diciamo che le idee c'erano pure ma non sapevo come accocchiarle, così, preso alla sprovvista, ho deciso di interrompere.  Eh vabé lo so, ma chi cazzo siete voi Mr Perfettinis di sto cazzo? Mo in qualche modo facciamo, però state calmi, che lo dico sempre anche a Gino che con la calma si ottiene tutto...

Ore 10:50 (inizio seconda parte): Gino ha capito che se vuole dare una scossa alla giornata dei saldi, deve utilizzare le maniere forti e sfoderare tutte le sue cartucce, allora decide di giocare i suoi assi nella manica, Cershka e Push&Raeb, che sono i suoi negozi preferiti.

Ore 10:51: Gino entra da Cershka mentre un suono di ambulanza proviene dalla seconda entrata, quella dove ci sono le scale mobili che portano ai parcheggi. 
Gino sente mormorare di un'aggressione ad una commessa di R&B, che ha riportato un trauma cranico, le voci parlano di una vecchia fiamma della commessa. L'ex l'avrebbe prima pedinata fino al posto di lavoro e poi l'avrebbe percossa dopo un acceso alterco, durante il quale, avrebbe scoperto una presunta relazione tra lei e il suo capo. 
I quotidiani locali riporteranno il titolo a lettere cubitali "Stalker aggredisce commessa di R&B: panico nel Carfù".

Ore 10:52: Cershka è pieno zeppo di femmine (cosa che a Gino non è mai dispiaciuta in fondo) che si prendono letteralmente a capelli e vottano pe l'aria tutti i panni che stanno in saldo, tanto che ormai le commesse si sono cacate il cazzo di piegare e mettere a posto, anzi, si sono andate a rintanare in quella stanza segreta dove pigliano altri panni e posano robe, vicino ai camerini, che sembra tipo la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, perché non si sa cosa cazzo ci sia dentro e nessuno lo sa, tranne i commessi umpa lumpa che ci lavorano. Il panorama che Gino si trova a osservare è un marasma di uaglione con gli short o i vestitini scemi, che si chiavano ponie e cavci in faccia, scavalcando montagne di panni vottati a come viene.

Ore 10:53: Gino va nel presunto reparto uomo, praticamente una stanzina annessa al negozio, il cui corrispettivo in metri quadri rappresenta lo spazio necessario a un ristorante medio-piccolo, a installare un gabinetto per la clientela, uno di quelli senza neanche il lavandino per lavarti le mani, solo tazza del cesso e scarico (rotto).
Il gabinetto è frequentato esclusivamente da escort, nubiani e attendenti al pezzo delle uaglione che freneticamente sono a caccia dell'affare, in pratica stronzi.

Ore 10:54: Gino non è nemmeno entrato in quel buco dimenticato da dio, che già sta pensando di cercare un calendario, per vedere quale santo si festeggia quel giorno.
Al posto dei panni che Gino aveva visto l'ultima volta che era venuto al Carfù (ovviamente senza un soldo) ci sono in bella mostra panni nuovi (e ovviamente più fighi degli altri) sormontati da una dicitura che, agli occhi di Gino, doveva sembrare una di quelle scritte dei murales senza senso o quella tipo "la legge è uguale per tutti" sotto ai giudici nelle aule di tribunale. La scritta dice testualmente: NEW COLLECTION.

Ore 10:55: Gino vorrebbe prendere il cartello con la scritta e infilarlo su per il culo alla prima commessa che gli passa davanti, datosi che durante i saldi, uscirsene con il fatto della new collection è come quando chiedi di fare una telefonata con l'iphone 5 ultimo grido di un tuo amico e quello se ne viene che non ha soldi sulla scheda o quando per un sacco di tempo uno mette a disposizione della comitiva la propria macchina per uscire, senza chiedere di fare a mezzi con la benzina e quando si tratta di pagare il parcheggiatore, nessuno caccia nemmeno un centesimo per contribuire, insomma quegli atti che, per carità sono perfettamente legali, ma infami e proprio per questo considerati alla stregua di una maledizione senza perdono, oltre che una cafonata inaudita e ti garantiscono un biglietto di sola andata per Azkaban.

Ore 10:56: Gino non si lascia impressionare da futili cartelli senza senso, anche se il suo stato di sanità mentale inizia a vacillare, come un investigatore di Arkham e decide di andare verso la sezione saldi.

Ore 10:57: La sezione saldi si rivela essere una parete pienza zeppa di accuppatura varia tra maglie e pantaloni, roba che si ricorda la prima inaugurazione del negozio, messa sopra quegli attaccapanni in modo da sembrare una massa informe, il solo voler estrarre una gruccia (se si riesce a farlo) farebbe crollare l'intera torre di Jenga, giusto a dire: "vabé appena ci passano davanti, si cacheranno il cazzo e compreranno i prodotti a prezzo pieno, tanto sono pure più belli" e le probabilità che un panno appartenente all'insieme dell'accuppatura incontri i tuoi gusti nelle caratteristiche di: modello, colore e taglia è prossima allo zero.

Ore 11:10: Dopo un incessante lavoro di speleologia, spintoni e jastemme, Gino ottiene i seguenti risultati (abbastanza deludenti):
  • un pantalone corto estivo dal prezzo molto competitivo, colore e modello niente male, ma purtroppo le taglie sono tutte grandi (e dire che da piccolo aveva il problema opposto, sì non vi ho detto che Gino da piccolo era un bambino obeso);
  • una maglia proprio da ricchione, messa nella categoria mentale dei "forse", più che altro per il prezzo, ma sia la maglia che Gino sapevano benissimo che non si sarebbero mai più incrociati;
  • un pantalone corto, bellissimo, ma che poi si è scoperto non essere in saldo e appartenente (ovviamente) alla new collection. L'informazione "gentilmente" concessa dal commesso tatuato e arricchiunito che, guardando schifato Gino e con voce mista tra odio e commiserazione gli dice: "ma non vedi che non c'é lo sconto?", mentre faceva lo scontrino a una ragazza con la pelle diafana, il rossetto porpora, occhiali da hipster e il quoziente intellettivo di un fermacarte, che cacciava dal suo portafoglio di teenager, una banconota da 100 euri, in tutto il suo splendore verde smeraldo.


Ore 11:11: Gino pensa ad un modo fantasioso per spetrezzare il culo al commesso e alla figlia di papà.

Ore 11:12: Gino ha in mente di prendere tutti i magneti antitaccheggio presenti sui capi, chiavarli in culo a uno a uno al commesso, in modo da trasformarlo in un enorme magnete permanente. In seguito procuratosi un'enorme calamita farglieli uscire per vocca uno dopo l'altro, utilizzando l'avvisatore acustico di controllo all'uscita come segna punti, in stile partita di basket nei college americani.

Ore 11:13: Gino non si è scordato della figlia di papà e progettava di prendere la 100 euri, cambiarla tutta a monete da 1 centesimo e fargliele ingoiare una per una mentre con il gancio di una gruccia attaccato al buco del culo la strascinava con la capa a terra per tutto il centro commerciale.

Ore 11:20: Gino, dopo aver semplicemente lasciato il negozio (in fondo è un ragazzo buono come il pane) ha capito che l'ultima sua speranza è Push&Raeb, ma date le premesse, una piccolissima parte dentro di lui sapeva benissimo che l'aveva preso nel culo e più che alla grande.

Ore 11:25: Gino entra nell'ultimo ricettacolo di un possibile affare, ma capisce che se Be..mmm volevo dire Cershka si era rivelato Saruman e aveva tradito, Push&Raeb era il signore oscuro Sauron in persona e tentare di scavare oltre avrebbe risvegliato ombra e fiamme.

Ore 11:28: Gino evitata la new collection come la peste bubbonica, sta cercando di trovare un paio di scarpe in saldo, Gino porta il 42.

Ore 11:30: Gino trova solo paia di scarpe numero 41, 43 e 44.

Ore 11: 32: Gino jastemma la madonna.

Ore 11:35: Mentre Gino si trova immerso nell'accuppatura in saldo fino alla gola, per sbaglio toglie lo scontrino arancione con il prezzo originale riscritto e il nuovo prezzo con il saldo applicato e nota con orrore, un segreto che non sarebbe mai dovuto venire alla luce.

Ore 11:36: Gino non può fare a meno di leggere il prezzo originale sul targhettino e confrontatolo con quello scritto sullo scontrino arancione nota che il primo è nettamente più basso.

Ore 11:40: Gino capisce che i saldi sono solo una manovra biecha e meschina per rifilare la solita accuppatura, ma non solo, modificando il prezzo di partenza vogliono ottenere un guadagno ancora più alto, nonostante vendano la merce (data la qualità della stessa) a prezzi secondo Gino già alti.

Ore 11:45: Gino vorrebbe uscire, ma si fa portavoce e paladino degli oppressi, vuole ottenere soddisfazione e con le prove tangibili dalla sua parte, nulla può fermare il suo trionfale cammino verso la cassa, dove ad attenderlo vi é...in realtà alla cassa non ci sta mai nessuno.

Ore 11:50: Gino attende pazientemente che si faccia viva una commessa e arrivato invece un commesso pelato e anch'egli tatuato, con un fisico molto più robusto di quello di Gino, quest'ultimo inizia a sospettare che l'idea di combattere donchisciottamente i mulini a vento dei potenti saldi, non sia poi una grande idea.

Ore 12:00: Gino purtroppo ha visto troppi film di avventura e credeva di essere Indiana Jones o Jack Sparrow (uno dei personaggi preferiti di Gino) e preso di petto il commesso gli mostra il corpo del reato, il commesso per nulla sorpreso strappa il capo da mano a Gino e lo spintona ripetutamente verso l'uscita del negozio e aiutato da un altro commesso uscito dalla famosa stanza segreta dei negozi di vestiti, lo colpiscono ripetutamente al volto e all'addome con marfenti e calci con la punta della scarpa, mentre i clienti del negozio, per nulla disturbati dalla scena, rovistano tra le maglie della nuova collezione.

Ore 12:15: Gino si sta riprendendo piano piano, non ha subito danni gravi e decide di farsi una capatina da Ulcott, giusto perché ormai è lì e vuole girarselo tutto il centro.

Ore 12:20: Come Gino mette la capa dentro al negozio di Ulcott, un odore di plastica e petrolio gli brucia le narici. Nota che Ulcott è cambiato molto negli ultimi anni, dove prima c'erano panni niente male a prezzo buono e saldi veramente ottimi, ora c'erano pezzi di plastica assurdamente arricchiunenti, pittati con dei colori psichedelici da farti venire un attacco epilettico. Tutto in plastica puzzolente, vestiti, scarpe, lacci delle scarpe, commesse, occhiali, vetri degli occhiali, tutto è fatto di plastica.

Ore 12:30: Dopo un giro di ricognizione Gino trova una maglia di lana davvero molto bella e davvero molto conveniente, residuo di qualche saldo invernale, decide di comprarla, dato che il suo guardaroba invernale non è messo meglio di quello estivo, avendo ancora maglie sbiadite dai troppi lavaggi e bucate come i calzini dei barboni.

Ore 12:35: Per Gino, che non fa nemmeno colazione, è ora di mangiare e decide, dato che gli acquisti non sono andati come sperava, di concedersi una mangiata al fast food. Gino ama il fast food, ma non ne abusa, mangiandoci mediamente un paio di volte l'anno, fa parte della sua politica di anti autolesionismo.

Ore 12:45: Dopo una fila inaudita alla cassa, ordina un menù.

Ore 12:46: Il commesso gli dice che sono per un hamburger, patatine e bibita con le salse a parte 10 euri.

Ore 12:46:30: Gino vorrebbe prendere il commesso e raccontargli per filo e per segno come è fatta la patana della mamma.

Ore 12:47: Gino paga con la 50 rimastagli e viene informato del fatto che la cassa non ha abbastanza monete per il resto.

Ore 12:48: Gino jastemma il bambiniello.

Ore 12:50: Incontrato un signore anziano nelle vicinanze, Gino gli chiede gentilmente se può cambiargli la banconota, visto che vorrebbe mangiare, ma l'universo intero si è messo contro di lui per non fargliene vedere bene.

Ore 12:51: Vedere un ragazzo ammatonzato di prima mattina, magro, con lo sguardo allucinato e con una presunta carta di 50 euro, chiedendo di farsela cambiare, non deve essere  stata una vista molto rassicurante.
Questo ha pensato il vecchio che, guardando Gino negli occhi, anzi nell'occhio ancora buono, prima gli da un cazzotto nello stomaco e poi lo insulta dicendo che è un ladro e che lo vuole raggirare con la scusa del cambio e che in realtà la moneta è fasulla.
I passanti vedendo la scena e ovviamente fidandosi della stronzata che dice l'anziano inizia ad apostrofare Gino con aggettivi poco orecchiabili.

Ore 12:52: Gino non è tipo da portare rancore e ancora non si capacità come mai non sia andato dal tabacchi a farsi cambiare i soldi, quando proprio devi passare il guaio, così opta per la fuga, rincorso dall'anziano che agita il bastone a mò di spada.

Ore 12:55: Gino torna con i soldi cambiati e il vecchio ancora si aggira nei paraggi nel Burger Queen. 
Gino decide che rotto per rotto, si è veramente rotto il cazzo, così mescolandosi alla folla riesce a portarsi dietro le spalle del viecchio, con gli occhi iniettati di sangue e lo sguardo assassino.
Il viecchio purtroppo, si accorge troppo tardi della sciagura che si sta scagliando empia e iraconda verso di lui. Gino senza pensare lo afferra per la gola e lo trascina con se dentro il bagno dei maschi, tappandogli con l'avambraccio la bocca per non farlo urlare e lì, mostratogli il resto del tabacchi con viso soddisfatto e arcigno, decide che il bastone da passeggio del viecchio può essere un valido sostituto della sua spina dorsale, il buco di entrata ovviamente non è la bocca.

Ore 13:20: Urla di orrore provengono dai bagni mentre Gino sta accingendosi a terminare il suo lauto banchetto. 

Ore 13:30: Gino decide che ne ha abbastanza di centri commerciali, saldi, persone e viecchi pazzoidi, così mentre esce fuori e il tepore dell'estate prende il posto dell'aria condizionata, decide di accendersi una sigaretta.

Ore 13:31: Il fumo grigio della sigaretta lo tranquillizza e lo conforta, Gino ha sempre pensato di non essere una persona cattiva, ma che la vita, nella sua infinita crudeltà, trovava sempre il modo di metterlo dalla parte dei cattivi. Come quello stesso giorno che voleva essere un felice giorno di shopping, gli aveva fatto ottenere nell'ordine:
  • una commessa in ospedale e un titolo sul giornale;
  • una paccariata aggratis per aver deciso di ribellarsi ad un'ingiustizia;
  • una maglia che deve aspettare 2 stagioni per mettersela;
  • un pugno e vari insulti da un viecchio che l'aveva scambiato per un truffatore.

Lui però non si sentiva così, anzi, si sentiva solo, maltrattato, un po' come quando giochi una partita falsata da un arbitro particolarmente di parte.

Ore 13:32: Gino, mentre esala l'ultimo tiro della sigaretta, decide che da oggi si dice basta a tutto questo, basta con le giornate incocludenti, basta con le jastemme, con le paccariate aggratis, da oggi ci sarà un Gino diverso (non in quel senso), un nuovo Gino e mentre lo pensa deciso e soddisfatto di se, un fischio stridulo alle sue spalle si fa sempre più vicino.

Ore 13:33 (epilogo): Gino e steso a terra, tra le buste dei negozi, immerso nel suo stesso sangue e rimorso. Non voleva finisse così e non sapeva a cosa pensare prima, ogni singolo frammento del suo cervello si mescolava in un turbinio di sensazioni che gli sfondava i timpani. Pensava a cosa non avrebbe più potuto fare, a cosa avrebbero detto i suoi amici, sua madre e tutti quelli che lo conoscevano. Pensava a tutti i giorni sprecati e a tutti quelli che non avrebbe più sprecato.
Gino con le lacrime agli occhi e la bocca piena di sangue, saliva e morte urla a tutto quello che vede che lui non vuole morire, ai carrelli, alle macchine, alle buste di Push&Raeb, al guidatore della Smart di prima, che lo ha investito e continua a chiedersi a voce altissima cosa dirà al padre della macchina e cosa ne sarà di lui, mentre la ragazza tenta di calmarlo con la voce stridula.
Gino chiude gli occhi e dorme, una volta per tutte.


Vabbene, vabbene, lo ammetto, forse ho esagerato un po', ne ho parlato anche con Gino, ma lui sostiene che questo finale funzionava meglio degli altri, volendo potrei scrivere qualche altro finale alternativo se volete. 
E a proposito di finali, il video finale di questo post mi è venuto in mente proprio parlando di finali, per chi non conoscesse il film è "Secret Window", vedetelo se non lo avete ancora fatto ok?

venerdì 9 agosto 2013

gino fa i saldi mortali: parte 1^


Ultimamente va di moda dare la colpa al caldo al fine di giustificare le stronzate quotidiane che si commettono, ma con me non attacca, io ho la conferma che, tutto ciò che di grottesco esce fuori dalla vostra mente, nei vostri post su facebook, è semplicemente la reazione naturale al caos che ci permea e alla situazione sociologica a cui ho dato il nome sindrome dell'isola verde.

Non temete, passo a spiegare: supponiamo di essere al noto parco acquatico sito sul lungomare di Battipaglia, diamo per scontato che abbiate già acquistato il costume da Tezenis (per le femmine) e Ganasport (maschi), cacato i 14 euri di ingresso (chella fess disconess ra mamm) e che con passo deciso stiate attraversando la zona delle piscine. A quel punto vedete un criaturo che si tuffa e ovviamente la prima cosa che vi viene in mente non è "vedi il criaturo napulillo, abbronzato e cacacazzo come un muezzin, come si diverte", ma è "come mai il bagnino, arricchiunito e depilato tutore dell'ordine non ha detto niente?". Questo è il punto di svolta, perché i più resistenti e tristi di voi diranno "io non mi tuffo, è comunque contro il regolamento", guadagnandosi la depressione, mentre i più liberali di voi diranno "vabé, ma sai che ci sta di nuovo? Io sono sempre stato rispettoso delle regole, ma fuss comunque o chiù fess ca nun s fac nu cazz e tuff arint a sta tonza? Lo fanno tutti, fuss proprio io o chiù strunz? Risultato? Moltiplicate per diverse decine questo ragionamento ed otterrete una gragnola di tuffi e un'incessante fischiettio, il verso del bagnino quando difende il nido.

Tutto questo per dire che, è inutile che fate tanto i fighettini, gli intellettuali, i posati, le persone di mondo col bagaglio sempre pronto, le frasi fatte incoraggianti e i "fieri di essere sempre nel giusto", perché non state lottando solo contro voi stessi, che già è tutto dire, state lottando contro una moltitudine di "essi stessi" in continuo scontro. Sì lo so, io vi capisco, se vi fermaste solo per un attimo a pensare seriamente a quello che fate e a ciò che siete, finireste con l'entrare nel primo cesso che trovate a versare lacrime di disperazione e asciugarvi la faccia con un rotolo di carta igienica scadente. Allora è meglio scrivere puttanate, farsi vedere fighi, contenti e credere di divertirsi a tutti i costi, perché l'importante non è quello che pensate voi, anzi, quella roba è meglio dimenticarsela subito, è importante cosa pensano gli altri, anche se vi scoccia ammetterlo e ora che li tenete sempre d'occhio e sapete che siete tenuti d'occhio, molti di voi stanno iniziando a svalvolare per difendersi, ma non siete impazziti, ve lo dice uno che non crede nelle scie chimiche. Noi siamo diversi, ma uguali agli altri.

Ora dopo questa serie che io amo definire psicostronzate, passiamo al nocciolo della questione; ricollegandomi al discorso di prima, una delle certezze che in questi ultimi 4 o 5 anni di vita mi è venuta a mancare sono i saldi. Anche i saldi, così come i rapporti umani, ora sono diventati una palese presa per il culo, solo tutta confezionata e merlettata, in modo da sembrare fighettosa e appealing.
Non per fare il viecchio che, la sera a via Italia, fa ancora i discorsi su come l'euro "c'ha nguaiat" e su come la lira fosse molto più potente in termini di forza d'acquisto, come quella volta che stavo a via Mazzini e vi giuro che l'ho sentito dire ad un viecchio che "16 centesim so semp cientvinticinc lir",  ma dovrete ammettere che i saldi non sono più quelli di una volta.
La cosa che a me fa girare i coglioni però non è soltanto questa, nel senso, fosse solo che i prezzi non sono così bassi come una volta e vabé, diciamo che potrei anche starci, in fondo sono un tipo molto spartano e non mi piace comprare più del necessario. Il problema sono i mezzi assurdi che utilizzano per mettertelo al culo unitamente al fatto che la gente sembra non accorgersene, semplicemente allarga un altro po' il proprio sfintere, tutto qui, dove si sta in 10 ci si può stare anche in 15.

Ma quali mezzi utilizzeranno direte voi? Bé da scrupoloso frequentatore estivo di centri commerciali, posso dire (e ve ne ho dato un anticipo in altro post) di aver maturato una qual certa esperienza, perciò vi racconterò la storia di un ragazzo che si chiama Gino, il quale non è in alcun modo correlabile a me, è semplicemente uno studente che sta finendo l'università (facoltà di informatica) a cui piace suonare la chitarra, ascoltare musica, bere e guardare un sacco di film e malgrado le sue ristrettezze economiche è riuscito a mettere da parte la bellezza di 50 euro da dedicare all'acquisto di qualche panno "estivo", visto che i "saldi" sono "estivi".

Ore 10:30 (prologo): Gino arriva al Carfù tutto fresco e pimpante, ha messo da parte una cospicua sommetta per i saldi e non vede l'ora di entrare nel vivo dell'acquisto, anche perché il suo guardaroba sta iniziando a diventare pericolosamente la fiera dei ricordi giovanili. 
La somma in questione si attesta poco sotto ai 100 euri, ma purtroppo tra benzina nella macchina, regali di compleanno e sigarette, la somma è scesa ai livelli di guardia, diciamo intorno ai 50 euri.

Ore 10:31: Gino vorrebbe già iniziare a jastemare la madonna e tutti i santi e la gente che arriva a frotte, per fare colazione da Burger King, gli comincia già a stare sul cazzo, come la fila dei viecchi a ritirare la pensione alle poste o davanti agli stand delle sagre, ma decide che quella è una buona giornata, dopo tutto 50 euri non sono male, i saldi sono pur sempre i saldi, se no quando cazzo accattiamo un poco?

Ore 10:35: Gino si sta afferrando con un tipo con la Smart che, secondo le leggi della termodinamica, dovrebbe occupare mezzo posto auto, costui ha deciso che gliene servono addirittura 2, impedendo a Gino di parcheggiare. Inoltre Gino nota chiaramente che il tizio è notevolmente più giovane di lui, ma nonostante questo ha una smart nuova fiammante, abbigliamento e accessori che Gino non si può permettere nemmeno se si prostituisse a giorni alterni con le vecchie danarose.

Ore 10:36: Gino sta per cacciare fuori il cacciavite che tiene dentro al bauletto per sguarrare a 2 parti il giuvinciello con la Smart, così da fargli capire che la Smart non solo entra perfettamente nei parcheggi, ma anche nel suo buco del culo, però mentre sta per scendere, un posto si libera, grazie ad una Multipla guidata da un quarantenne con la polo a righe, col portabagagli pieno di buatte di acqua e passeggini, che si allontana all'orizzonte.

Ore 10:37: Gino opta per il piano B, prendere il parcheggio appena liberatosi, impuntarsi non servirebbe a niente, tranne  farlo stare bene per aver sguarrato il mazzo ad un tipo che se lo merita e farsi arrestare.

Ore 10:40: Gino entra da R&B (o forse era H&M non ricordo), appena entra nel reparto, il ragazzo si accorge che ci sono dei saldi incredibili a 5, 7 e 10 euro, prezzi tutto sommato molto convenienti e decide di avvicinarsi, la giornata finalmente comincia a sorridergli e prendere la giusta piega.

Ore 10:41: Gino ha capito che se il buon giorno si vede dal mattino, allora è meglio che stamattina si stava sul divano a guardare qualche film su SKY, i panni costano poco, ma si ricordano gli Audio 2 al Festivalbar e quanto a qualità sembrano stati fatti con un materiale tipo masonite che sembra puzzare come il crystal ball.

Ore 10:43: Gino sta facendo un ultimo giro di ricognizione inebetito come un pugile che riceve un uppercut in pieno volto, non sembra proprio che ci siano dei saldi, forse, cerca ci autoconvincersi, si stanno ancora preparando, dopotutto è ancora il 20 di agosto, siamo ancora agli inizi, quando una commessa chiatta e con la barba non lo ferma per chiedergli se serve qualcosa.

Ore 10:44: Gino non si è mai fidato delle commesse, datosi che:
  • hanno dei gusti nel vestire i clienti a metà tra Cristiano Malgioglio ed Enzo Miccio;
  • vi é un conflitto di interessi molto forte sul loro parere in merito, un po' come se "domandi all'acquaiuolo se l'acqua è fresca";
  • quell'essere sembra uscito da una versione "zombie" di un programma su MTV.

Ore 10:44:30: La commessa è in una giornata "mi sento proattiva nel lavoro", eufemismo per dire che il capo l'ha cazziata perché l'ha sgamata a fottersi i jeans e a fumare nell'orario di lavoro e lei per recuperare credito ai suoi occhi, visto che ci è scappato qualche yonkers nei camerini, ha proprio deciso di cacare il cazzo al povero Gino, che di tutta risposta decide di ignorarla beatamente e si dirige all'uscita.

Ore 10:45: La commessa sentitasi colpita nel suo orgoglio femminile dal comportamento schivo di Gino, si offende e lo intima ad andarseme velocemente, apostrofandolo con epiteti quali "stu scememmerd".

Ore 10:46: Gino è sempre stato un tipo piuttosto pacifico e poco incline all'ira ingiustificata, ma sentendo l'ultima parola proferita dalla commessa furente, che qui non ripeteremo e che finisce per "one", ritiene che sia giunto il momento di far valere le proprie ragioni e riguadagnare così la propria credibilità e virilità, ma sempre nell'ambito della civiltà, della buona educazione e nel rispetto reciproco.

Ore 10:47 (fine prima parte):  Un paio di sucuzzoni a mano scmerza colpiscono la ragazza dapprima nei "ciataturi" e poi, quando il capo della vittima si abbassa per il primo colpo ricevuto, direttamente sul cuzzetto, mandandola a musso in terra.

Ok ragazzi, la cosa sta diventando più lunga del previsto, perciò facciamo che oggi finisce la prima parte e ci vediamo nel prossimo appuntamento con Gino e le sue avventure. 
Buoni saldi a tutti!

mercoledì 3 luglio 2013

facelook



Allora uagliuni, scusate il ritardo, ammetto di aver abbandonato un po' la scrittura, ma che volete farci, sono un uomo impegnato, bello, intelligente, eclettico, direi quasi geniale, non sono mica una testa di cazzo come voi, che siete l'apoteosi dela schifezz, sempre brutti, trasandati, puzzolenti e sudaticci, sempre alla ricerca del nuovo video su youporn per dedicarvi all'onanismo spinto.

Ora a parla chiaro se vale: oggi tralasciamo la scrittura impegnata, triste, da Fabio Volo sulla tazza del cesso, con il rotolo di carta igienica di sottomarca, comprato al discount, che come usate per pulirlo, vi rimane un chilo di merda in mano, per fare posto a quello che più vi piace leggere, ovverosia le mie stronzate sparate a raffica, un bel a folle vecchia maniera.
Io l'ho capito ormai come siete fatti, siete della gente di merda, vi piace leggere di stronzate che parlano male di persone o situazioni, perché in fondo in fondo fate tutti i tipi politically correct, ma quello che vi fa sburriare in faccia al monitor sono le stronzate e non mi fraintendete, vi adoro per questo.

Come avrete capito dalla grafica, oggi finalmente accocchio tutto quello che di idiota e putrefatto mi avete propinato su facebook e ve lo sistemo, ripulisco e confeziono  sottoforma dei più tipici post che si possono trovare in giro per il network, ma prima vi dovete sbattere un po' di cronistoria.

Facebook praticamente non è altro che l'invezione di un informatico sfigato, tipo uomo fumetto che non chiava nemmeno con la faccia nel muro, che dopo che la uagliona zoccola lo lascia, si inventa una pagina su internet dove può smerdiarla e la gente sotto ci può scrivere i commenti ipocriti, del tipo "mi dispiace" o peggio "la vita è difficile, ma se vuoi essere felice devi fare i bucchini" o ancora peggio "guarda avanti nel tramonto, vabbuò chelli strunzat che sapete voi" ma in fondo in fondo non solo gliene ne passa tipo per il cazzo, ma le fa quasi piacere, perché la gente di merda come voi, coglie nella difficoltà il momento esatto di auto eleggersi a superiori della razza umana.
Comunque tutto procedeva bene e facebook veniva tranquillamente utilizzato per organizzare la partitella di pallone, la mbriacata tra cumpagni e al posto del citofono, finché la prima femmina, che definiremo primo prototipo di bruttarella ma chiavabile, ha capito due cose: come andare su facebook e come mettere una sua foto del tipo "machioching effect", cioé una foto autoscattatasi in una posizione che ne maschera la cessaggine e ne amplifica la chiavabilità.
A questo punto è successo il bafuoglio, perché tali femmine si sono moltiplicate a vista d'occhio come a vista d'occhio si sono moltiplicate le stronzate atte a compiacerle e a compiacersi in modo da aumentare il proprio senso di sicurezza e mostrare agli altri che si sta bene, ci si stradiverte e che si è capito tutto della vita, quando della vita, mi dispiace dirlo, non avete capito un cazzo.

il countdown: Questo post appartiene alla finissima categoria "mi devi far scervellare o incuriosire perché ti sei capito solo tu e lo fai apposta perché mi devi far rodere del fatto che non sto capendo che cazzo vuoi dire". Praticamente vedete un post del tipo "-x" dove x appartiene all'insieme degli interi positivi maggiori strettamente di zero, allora giustamente il massimo che ne puoi dedurre è che tipo fra -x succede qualcosa, ma non sai cosa, in realtà ti stai augurando che sia la data di morte di chi ha fatto il post, ma non di una morte qualsiasi, di una lenta e dolorosa, perché quando fanno 'sti post li prenderei a randellate nei coglioni dopo avergli strappato tutti i peli, ma che cazzo vuol dire? Stai aspettando che succede qualcosa? Benissimo, aspetta e non mi rompere le palle, non ti atteggiare, perché mi dai fastidio, la cosa bella di tutto questo sono poi le ancor più teste di cazzo che commentano e chiedono "gné gné gné, ma che succede?", cioé questi io li prenderei a schiaffi o li torturerei peggio ancora, perché se a ste merde ambulanti le lasciaste in disprezzo, quelli rimarrebbero come gli stronzi con un -x in bacheca che non serve tipo a un cazzo, chiaro il concetto?

il buongiorno: Partendo dal pressupposto che quando uno mi dice buongiorno, io subito penso alla sempiterna frase "buongiorno una sega", ma quello che più mi fa incazzare è che nella vita reale, ti incontri con un condomino, un conoscente, un collega, un fottuto essere umano del cazzo e fanno finta che non esisti nemmeno o peggio ti guardano in faccia, ti riconoscono e volutamente ti ignorano, invece poi la mattina verso l'ora di pranzo dove il buongiorno è utile più o meno quanto un lecca lecca al gusto dimmerda se ne escono col buongiorno sulla bacheca, che fosse solo la scritta potrei anche non leggere, ma no, loro mettono l'immagine felice e contenta del paesaggio bucolico o del mocciariello felice che zompetta e ride, io per dargli un buongiorno userei una spranga di ferro incandescente all'altezza delle ginocchia.

il malgiorno: Questo è parente del precedente, perché è pure vero che non tutti i giorni sono dei buongiorni, allora giustamente ci devi informare della cosa e allora partono gli stati "che giornata dimmerda", "oggi proprio non è giornata"...ehm...ma va?! Che ti aspettavi che tutti i giorni ti doveva andare bene? Ti regalavamo pure una cosa di soldi? Ti andavo a fare la spesa? Ti parcheggiavo la macchina? Che cazzo ci volevi tu per dirmi che la maggior parte dei giorni sono una merda? Ma supponiamo pure che non sia così, se sapessi che ogni giorno ti dice bene, secondo te, non ti verrei a spezzare tutte le dita della mano destra con una tronchesi? Zitto, devi stare zitto.

l'indovina chi: Questo post appartiene a quelli messi in giro dai gruppi friarielli a cui vi piace iscrivervi per dimostrare al prossimo e a voi stessi che siete gente figa, seria e insofferente verso le stronzate, ma è inutile che ci prendiamo per il culo perché non lo siete. Quei gruppi che si chiamano tipo: "Ventenni etero che amano metterselo in culo a vicenda", ma non divaghiamo; questo post è tipo l'immagine di un pene, di un culo smerdiato o una fess e'mammt e poi ci sta scritto sopra "a te cosa sembra?"...e che cazz mi deve sembrare, quello o è un pene o nu cul o a fess e'mammt, ci sta poco da aguzzare la vista.

il vip scoop: Allora io un giorno vorrei incontrare chi scrive questi post, che appartengono al gruppo dei post precedenti, che ti invitano a cliccare e poi maledici quei 10 secondi che hai perso nel farlo, perché se lo avessi fra le mani lo prenderei a pugni finché non sviene o gli cadono tutti i denti.
Praticamente ci sta l'immagine di un personaggio famoso, ma non un'immagine buona, una che sta tipo piangendo, cagando, vuommecando, insomma na foto che lo hanno preso all'intrasatta e sopra titolone "scandalo in casa di Di Caprio" oppure "Nessuno si aspettava questo lutto" e poi si scopre che o è morto o si è scapezzato per le scale, lo zio del cugino del nonno del nipote del fratello del padre del capoelettricista che lavora con Leonardo Di Caprio.

lo sfasamento: Questi qui sono quei link che mettete sulle vostre belle bacheche del cazzo, che se fossero fatti di materiale solido e tangibile e non di bit, ve li infilerei tutti nel culo. Sarebbero in poche parole quei link dove compare il viso di un attore o personaggio famoso, alcune volte anche tenuto in considerazione dal sottoscritto (e allora la rabbia aumenta) con al fianco una frase del cazzo di vita vissuta che si sono inventati una sera un gruppo di scoppiati sulla Lungomare Trieste e che non ha niente e dico niente a che fare con il personaggio in questione, del tipo la faccia di Jhonny Depp con la frase "Femmine ciucc e crape tenen tutt a stessa cap".

la dichiarazione: Per carità ragazzi, l'amore è una bella cosa, bellissima, fate l'amore non fate la guerra, oppure fate entrambe le cose, ma per favore...che cazzo lo scrivete a fare su facebook mannaggia santa! Cioé spiegatemi voi no? Io sto con una persona, me la voglio lisciare, ma mo al resto del mondo cosa cazzo gliene può fregare? Spiegatemelo, sono qui, sto aspettando...ovviamente non esiste una spiegazione, ma se proprio ne vogliamo dare una è che siccome è la prima, ma guardate voglio esagerare, la seconda volta che avete una femmina, lo dovete mostrare a tutto il mondo, oppure (questa è l'ipotesi più accreditata) siete una di quelle coppie tristi che si reggono con lo sputo e cambiano lo stato "libero, fidanzato, appiccicato, sburriato" ogni 3 minuti e dovete vedere come apparare la situazione con il popolo, perché non sia mai dio il resto del mondo capisce mezza cosa, siete fottuti, ma d'altronde non era quello che volevate?

il politically lament: Questo post è uno di quelli scritti da persone che è meglio perderle per strada, che tipo apri il finestrino mentre stai a 80Km/h, che trovarle, sono quelli che dicono "eh siamo in Italia", mettono un cazzo di articolo del fatto quotidiano scritto a cazzo di cane senza sapere dove stanno con i piedi e scrivono le loro belle lamentele ovvie. Sti tizi sono quelli che scrivono quei commenti o frasette del cazzo che mi fanno girare i coglioni, del tipo "meditate gente" o ancora peggio "vergogna", voi mi direte ma perché ti incazzi? E perché? Perché questi sono i classici tipi che non fanno un cazzo per cambiare le cose o se ne avessero la possibilità farebbero le magagne in culo a tutti quanti, ma visto che la vita li ha sottodotati (intellettualmente) si comprano il suv e si lamentano del paese parcheggiando alla cazzo di cane a Via Mazzini o andandosene a Milano a prendere l'aperitivo o il titolo di studio.

il *void: Il titolo di questo lo capiranno in pochi, ma avete presente quei post in cui soprattutto le femmine, soprattutto le femmine adolescenti, soprattutto le femmine adolescenti e zoccole scrivono a non si sa bene chi o cosa (quindi non si sa a cosa puntino), di star zoccolando, del tipo "ma sei proprio una zoccola", "lascia in pace il mio uagliono, sei una troia". Qui mi si pone un interrogativo: se l'avete scritto è perché volete che qualcuna lo legga, ma se volete che qualcuno lo legga lo avete tra gli "amici", ora capite il conflitto di interessi nella cosa, scrivete ad una "amica" e questa vostra "amica" dovrebbe interpretare quello che avete scritto e che dovrebbe fare? Sentirsi in colpa? Tremare dallo spavento? Mettersi a piagnucolare e andare da mammina?
Che poi secondo me vi affannato a dire zoccola e puttana a qualche, ripeto, "amica"...e poi voi siete le classiche tipe: "amo, lo yonso te lo faccio prima o dopo che me lo chiavi in culo?".

il musicman: Abbiamo capito che se posti un link con la canzone di Giggi D'Alessio non dico che ti meriti di morire, ma almeno di soffrire abbondantemente, ma questi qui che fanno questi post sono avanti anni luce e vi spiego perché. Praticamente scelgono il nome più sgrauso e il genere più sgrauso di metal e mettono il pezzo, allora la gente che non capisce un cazzo, ma che a differenza loro non ha problemi ad ammetterlo si chiede: "ma chi cazz so chist?" e allora scatta la diatriba musicale, quando basterebbe fare ordine nei pensieri e cioé: la potenza di un gruppo non è direttamente proporzionale alla sgrausatezza e i Led Zeppelin o i Pink Floyd sono sempre quelli che sono, bast non ci sono i cazzi, quindi è inutile che fate i bucchinielli e vi sentite a Klaus Shulze, perché tanto per la maggior parte del brano vi rieccheggia in testa la stessa idea pure a voi: "ma che cazz sta cumbinann chist".

il photo: Questo vuole essere un container, ma ce ne sarebbero di cose da dire, perché una foto può dire tutto oppure niente, ma andiamo con ordine.  Se è vero che un'immagine vale più di mille parole, un'immagine caca il cazzo più di mille parole. Allora ci sono quelli che devono fotografare ogni singolo cazzo che stanno facendo, stanno mangiando? Allora nel localo fotografano quello che mangiano, bevono? Come sopra, stanno fumando? Sigarette e accendino apparecchiati, stanno sparandosi una sega? Pesce in mano. Il punto qual'é? Il punto è che a me in primis non me ne frega un cazzo e in secundis non è che siccome ti arrangi a fare attivita bucchinielle come suonare, fotografare, bere, fumare, farti il pesce in mano, mettendo due o tre foto la gente si pensano che sei superman...o sì?

Credo che per ora è tutto, state allerta perché molto probabilmente ne aggiungerò altri volta per volta, perché sono talmente tante le stronzate che fate che non riesco a tenerne il conto esatto e comunque non ve ne uscite con la storia: "se non ti piace, puoi anche non leggere, non fare e te ne vai, ecc ecc." perché le stronzate che fate sono oggettivamente tali a prescindere, se poi nessuno le caca sarebbe la risposta che vi meritereste, ma siccome oltre a voi di sciemi ce ne sono a frotte, va a finire che vi credete importanti.
Allora siete contenti? Vi è piaciuto? Vi piacciono le stronzate eh bastardi?
Pubblico dimmerda...